Acquedotto Storico della Val Bisagno
Descrizione area
L’Acquedotto Storico della val Bisagno è una sorta di “percorso costruito” corredato da opere genialmente progettate per il funzionamento di questa grandiosa macchina dell’acqua, con precisi caratteri di archeologia industriale, collocati in un territorio di periferia urbana ricco di valori panoramici e paesaggistici quali piccole valli inedificate, boschi, mulini, ville e pievi.
Quale grande opera di ingegneria è l’espressione della migliore e più aggiornata cultura tecnica dell’arco di due secoli, dal Seicento all’Ottocento. Di formazione medioevale – è del 1295 la prima “presa” sopra Staglieno – il condotto è stato prolungato, e integrato da opere, fino alla presa del 1639 a Schiena d’Asino nel Comune di Davagna, e i ponti-sifone ottocenteschi, distribuendosi lungo la valle a captare gli affluenti del Bisagno man mano che aumentavano le esigenze idriche della città e del porto.
La città di Genova chiamò i migliori architetti per risolvere i problemi tecnici che una così imponente opera richiedeva: da Giovanni Aicardi a Giovanni Ponzello, da Andrea Vannone a Bartolomeo Bianco, a Giacomo Brusco e all’abate Ximenes (questi ultimi per la complessa struttura del ponte sul Geirato per il quale fu consultato persino il Vanvitelli), sino a Nicolò Barabino e al Resasco per l’ultima grande ideazione del ponte sifone sul Veilino a Staglieno.
Galleria Fotografica
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